Pierluigi Cabri – Gianluca Montaldi – “Teologia pubblica ed editoria. Una prospettiva dall’Europa continentale occidentale”

Pierluigi Cabri – Gianluca Montaldi

“Teologia pubblica ed editoria. Una prospettiva dall’Europa continentale occidentale”


Concilium 2018-4. Kirche der Zukunft
Concilium 2018-4. The Church of the Future
Concilium 2018-4. La Iglesia del futuro
Concilium 2018-4. L’Église du futur
Concilium 2018-4. La Chiesa del futuro
Concilium 2018-4. A Igreja do Futuro

Thierry-Marie Courau OP, Stefanie Knauss et Enrico Galavotti

Anche se la teologia è da sempre un fenomeno aperto al proprio contesto, solo in tempi recenti si è sentita la necessità di formalizzarne il carattere pubblico anche da un punto di vista epistemologico, in relazione al pluralismo nel quale oggi si svolge il cammino di tale disciplina. Le brevi considerazioni che seguono vogliono essere uno spunto per delinearne le conseguenze anche relativamente al campo dell’editoria teologica, almeno per quanto riguarda l’Europa continentale occidentale.

Un’occhiata sulla storia

Il punto di riferimento è il fiorire dell’editoria teologica e religiosa, almeno a partire dal 1800, che vede nascere varie case editrici1. In un primo tempo, la produzione si attesta soprattutto su opere di carattere devozionale o catechistico e con una buona presenza di testi connessi con il campo biblico: poche le eccezioni, come le vite di Gesù Cristo scritte da D.F. Strauss (1835), F. Mauriac (1836), E. Renan (1863), G. Papini (1921) che si collocano più sul versante teologico ed hanno un notevole successo. Un secondo passo vede il costituirsi di una editoria imprenditoriale confessionale; esemplarmente, per l’Italia con la nascita della Pia Società S. Paolo nel 1914 e nel 1918 di Vita e Pensiero. Nella seconda parte del secolo scorso, di particolare interesse è stata la celebrazione del concilio Vaticano II: con esso, infatti, vi è stata una intensificazione delle pubblicazioni e delle edizioni, in senso interconfessionale e internazionale, anche delle discipline teologiche.
Nel corso di questa storia recente si sono poi imposte alcune tendenze. A livello di struttura, vi sono stati vari accorpamenti; eccettuati pochi casi, dove cioè piccole case editrici hanno saputo mantenere una produzione di nicchia oppure dove vi è stato il sostegno di una istituzione di ricerca, la più ampia produzione teologica è stata assorbita man mano dalle grandi concentrazioni editoriali; da questo punto di vista, è da comprendere la scomparsa di molte case editrici in vari paesi2. A livello di produzione e distribuzione, vi è stato un movimento bipolare: da una parte, la filiera ‘laica’ si è aperta alla diffusione di opere di carattere religioso se non anche teologico; dall’altra, anche le case editrici storicamente religiose hanno accentuato la produzione di testi popolari e narrativi; a questo ha offerto un importante aiuto la costruzione di sistemi integrati tra varie case editrici e un servizio di coordinamento strutturale. A livello di contenuti, vi è stata un’apertura verso il mondo religioso in quanto tale e, in particolare, verso il pluralismo e il sincretismo religioso; anche come adeguamento alle richieste di mercato, è aumentata la produzione di testi al limite tra la ricerca spirituale e la riflessione teologica. Infine, a livello linguistico, se l’editoria aveva già fornito un grosso contributo per l’aggiornamento della teologia attraverso traduzioni nelle singole lingue, l’inglese viene scelto come lingua franca prevalente a livello mondiale, specialmente per le riviste.
Tutte queste tendenze stanno caratterizzando in modo nuovo il mercato editoriale europeo; anche se non è semplice intuire se tali strade continueranno ad essere percorse, già da ora determinano la scelta dei temi, degli autori e dei lettori nella pubblicazione dei libri anche teologici. Si tratta del resto di passare oltre l’ottica – denunciata a suo tempo già da Y.-M. Congar! – di creare strutture parallele tra confessioni, religioni e mondo laico. Per questo, l’impressione di trovarsi al «punto zero» dell’editoria cattolica e religiosa in genere3 ha la sua parte di ragione dove invita ad uscire dai confini del proprio giardino e ad avere il coraggio di nuove scelte che puntino alla qualità più che alla nicchia: al contrario, «in pochi anni in Italia i lettori di libri religiosi sono più che raddoppiati: da due milioni e 700mila nel 2010, oggi arrivano a cinque milioni e 700mila, ma, appunto, cresce la presenza dell’editoria laica nel settore», con lettori sempre più giovani ed esigenti4

Tendenze della teologia

Accanto al cambiamento nello stile editoriale della produzione teologica, vi sono proposte tese ad operare un cambiamento anche nella stessa teologia. Del resto, ogni epoca ha avuto in qualche modo una concretizzazione in forme particolari di pubblicistica: i commentari della patristica, le summae medioevali, i manuali di epoca moderna in qualche modo corrispondono allo spirito del loro tempo ed è forse il ‘saggio’ a più mani ciò che si sta man mano presentando come tipico degli ultimi decenni. A ciò corrisponde una teologia che tendenzialmente punta non più alla costruzione di un sistema accademico individuale che risponda in modo univoco alle principali questioni, ma all’acquisizione di nuove domande, alla rielaborazione di temi e al coordinamento di diversi punti di vista. Non per niente è stato proposto di rileggere la ‘nuova’ teologia come un cambiamento di stile, anzi di considerarla come lo stile (C. Theobald, E. Salmann) e in questa fase la nuova teologia politica (J.B. Metz) ha molto ancora da dire.
A tale rielaborazione possono preparare istituzioni teologiche nuove nel panorama europeo. Ci si riferisce paradigmaticamente all’associazione europea di teologia cattolica, all’accademia europea delle religioni, e alle cattedre di studio di storia del cristianesimo o di dialogo interreligioso. La prima, fondata nel 1989, ha lo scopo di promuovere accademicamente la teologia all’incrocio tra esperienza ecclesiale e società e ha tra i suoi punti di forza il superamento dei confini nazionali e la ricerca di giovani autori. Il proposito della seconda, più recente e più ambiziosa, è aiutare una comune comprensione dell’importanza del pluralismo religioso, della libertà religiosa, del dialogo ecumenico e del ruolo delle religioni nel formare la pace e la cittadinanza in un mondo globale. Per quanto riguarda le ultime, esse potrebbero costituire il punto di lancio di una nuova vocazione per l’Europa: quella di offrire una laicità capace di parlare anche il linguaggio del pluralismo religioso, una laicità che non escluda ma consenta il dialogo.

Teologia 2.0

L’introduzione della produzione digitale in editoria ha comportato non solo un adeguamento nella fattura dei testi (e-book o e-zine), ma ha avuto ricadute nelle modalità di vendita e nella stessa percezione dell’opera e del suo autore, tanto da mettere in questione anche i sistemi moderni a protezione del copyright. Inoltre, una recente ricerca sulle competenze letterarie in Europa ha mostrato come le giovani generazioni abbiano sempre meno difficoltà a leggere testi on-line5, mentre mediamente solo il 40% della popolazione (italiana) legge almeno un libro all’anno. Tutto questo dovrebbe rendere evidente l’attesa che il mercato editoriale teologico continui a spostarsi anche nella produzione digitale.
Prima di tutto si tratta di rendere consultabili in nuova forma e con una maggiore disponibilità testi della tradizione teologica. In primis, la Bibbia ha già conquistato gran parte della rete: il sito NT gateway curato da M. Goodacre, ad esempio, offre in modo ragionato la lista delle principali risorse per lo studio dei problemi neotestamentari6, senza contare le edizioni digitali della Bibbia che sono ormai a portata di tutti. Di diversa ampiezza sono progetti come Intratext o anche PRDL, dove si trovano i testi della tradizione teologica mondiale cattolica ed evangelica7. In secondo luogo, si dovrebbe progettare al meglio la vendita di prodotti teologici on-line, stante il fatto che tale modalità vede la percentuale presente nel mercato laico (16,50%) quasi raggiunta anche in quello religioso (12,95%).
Tuttavia, si mancherebbe il punto se ci si fissasse unicamente sulla diversità formale della produzione editoriale. In realtà, si tratta di attuare un cambiamento di mentalità rispetto al lavoro sinora svolto. Come ha acutamente notato A. dal Maso commentando nel 2017 l’annuale resoconto dell’Osservatorio UELCI sull’editoria religiosa, proprio per le varie trasformazioni cui si è accennato anche in questo articolo, l’impegno è verso una produzione di una qualità che sappia intercettare gli interessi dei lettori 2.08. La forza inerziale della teologia postconciliare e l’incapacità di rinnovamento delle aziende editoriali confessionali – spesso legate a scelte clericali e clientelari più che pronte a valorizzare le competenze – a volte agiscono contro simili nuovi sviluppi, anche perché i nomi già affermati fanno fatica a lasciare il posto ad autori giovani e anche perché non si ha il coraggio di constatare che il mondo ecclesiale e religioso sinora conosciuto sta andando a termine, facendo progetti solo a breve termine. Oltretutto, i giovani teologi non sempre sono formati adeguatamente per affrontare anche dal punto di vista teologico una discussione pubblica, perché la formazione molto spesso si ferma a tematiche intraecclesiali, quando non di sacrestia. Riuscire a fare scouting oltre questi confini potrebbe essere determinante per il futuro dell’editoria teologica e religiosa in Europa. Si ha bisogno di quella profezia che ha aiutato questo campo nel 1800 e nel 1900:

dovremmo […] osare tutti di più, donne e uomini di buona volontà, rifiutando le piccole e grandi droghe che il mercato ci propone, non accettando il ricatto delle risposte convenzionali, tornando a essere reattivi e attivi, insoddisfatti ed esigenti, a cominciare dal campo delle idee, dello studio, del pensiero. Scrivendo e leggendo ciò che nutre e risveglia e non ciò che conferma e addormenta9.

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Notes

  1. Per Herder, cfr. K.-T. Humbach et al. (edd.), Der Verlag Herder: 1801–2001 – chronologischer Abriss seiner Geschichte mit Synchronopse zum Geistes- und Weltgeschehen (200 Jahre Herder), Herder, Freiburg (Breisgau) 2001; per Cerf, il recente É. Fouilloux, Les éditions dominicaines du Cerf: 1918-1965, Cerf, Paris 2018; per una sintesi dell’editoria religiosa in Italia, cfr. M. Roncalli – G. Vigini, L’editoria religiosa in Italia. Contributi e materiali per una storia, Dehoniana, Napoli 2009, e G. Vigini, Storia dell’editoria cattolica in Italia. Dall’Unità ad oggi, Bibliografica, Milano 2017; per la Spagna, cfr. J.L. Ruiz Sánchez (ed.), Catolicismo y Comunicación en la Historia Contemporánea, Universidad de Sevilla, Santander 2005.
  2. Un caso del tutto particolare e significativo di tale concentrazione è stata la decisione della S. Sede di legare alla Libreria Editrice Vaticana i diritti di tutti gli atti dei pontefici (cfr. http://www.vatican.va/roman_curia/institutions_connected/lev/docs_lev/copyright_it.htm).
  3. Cfr. R. Righetto, Editoria cattolica all’anno zero, in http://rivista.vitaepensiero.it/news-vp-plus-editoria-cattolica-allanno-zero-4886.html. All’articolo di Righetto hanno fatto diversa eco varie editrici confessionali in Italia: cfr. http://rivista.vitaepensiero.it/news-vp-plus-editoria-cattolica-allanno-zero-le-case-editrici-rispondono-4895.html; http://rivista.vitaepensiero.it//news-vp-plus-editoria-cattolica-allanno-zero-il-dibattito-continua-4904.html. L’impressione di un ‘anno zero’ pare del resto confermata anche dalla notizia che la Società Biblica Britannica e Forestiera ha smesso di operare in Italia dal 1° aprile 2018.
  4. Cfr. M. Roncalli, Ecco chi scriverà di religione nei prossimi anni e quali saranno i nuovi lettori, in http://www.lastampa.it/2017/04/21/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/ecco-chi-scriver-di-religione-nei-prossimi-anni-e-quali-saranno-i-nuovi-lettori-2faXnP1owT69G4ov0xbJLO/pagina.html
  5. Cfr. http://timssandpirls.bc.edu/pirls2016/international-results/pirls/summary
  6. Cfr. http://www.ntgateway.com/multibib
  7. Per il primo, cfr. http://www.intratext.com/; per il secondo, cfr. http://www.prdl.org
  8. Cfr. A. dal Maso, Il libro religioso: se realtà e fantasia sorpassano gli schemi. Verso una UELCI 2.0?, in http://www.cittadellaeditrice.com/munera/chiesa-in-uscita-e-buona-stampa-una-vibrante-analisi-di-alberto-dal-maso/. UELCI è l’associazione degli editori e delle librerie cattoliche in Italia e, come tale, dal 2001 elabora un resoconto dell’andamento del mercato editoriale religioso.
  9. G. Fofi, Editoria cattolica: eppure si muove…, in http://rivista.vitaepensiero.it//news-vp-plus-editoria-cattolica-eppur-si-muove-4921.html

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